Venerdì 10 marzo 2017
Videoproiezione di Gianluca Miano
Sono belli i concerti folk.
Sono belli perché mettono allegria, fanno venir voglia di stare insieme.
Sono belli perché la musica è bella, perché è musica che parla di tutti noi in fondo, perché è musica che ha origine dalla terra, dalla pioggia, dal cibo…
Perché la musica folk è nostra, ci appartiene.
Sono belli i concerti folk…
E poi, quando la musica finisce, quando i musicisti ripongono gli strumenti, quando le gambe e i piedi fanno un po’ male, ma non tanto, quando la notte ha preso possesso di noi ed è diventata intima, quando è tardi ma la voglia di ballare non è finita, quando tutto questo accade…
La sala da ballo diventa piazza
Le luci del palco diventano lampioni
La danza diventa clandestina…
Sulle note languide di violini ed organetti diatonici, una passeggiata saltellante si trasforma in abbracci dolci ed intensi, passionali e intimi, così passionali che persino il blasonato tango nutre in cuor suo un po’ di invidia…
La clandestinità trasforma le cose, danza compresa…
E lei, la mazurca, diviene un’altra cosa, un’altra danza, la Mazurca Francese si trasforma in “Mazurka Klandestina”. I francesi, che la mazurca francese in fondo è roba loro, la identificano con “danser a l’italienne”, ballare all’italiana , ed ai francesi piace.
A Milano nel buio della notte è nata una stella danzante, inarrestabile e sovversiva.
In fondo, ed è nella natura delle cose, la sovversione è un atto creativo.
Gianluca Miano
In cerca di storie
Non capirò mai perché certe cose accadano in un momento della nostra vita invece che in un altro. La casualità degli eventi in una specie di ordine del caos non è, per me, una spiegazione sufficiente. Certe cose devono accadere proprio in quei momenti e non in altri, proprio in quei modi e non in altri.
Attraversavo un momento in cui sentivo forte l’esigenza di dare una svolta alla mia vita, di fare qualcosa che fosse in grado di catalizzare le mie emozioni di osservatore: raccontare per immagini. Sentivo la necessità di riprendere a fotografare, di sentirmi di nuovo me stesso riconquistando la mia antica passione.
Da anni avevo abbandonato il reportage e l’idea di riprendere a scattare in modo totalmente svincolato da impegni professionali o editoriali, senza avere nessun obiettivo se non quello di essere osservatore e testimone, assumeva ogni giorno di più il sapore della sfida. Avevo assolutamente bisogno di mettermi nuovamente alla prova, di rimettermi in gioco.
Ero alla ricerca di me stesso e per questo, in cerca di storie.
Mi sono imbattuto in questa storia in modo del tutto imprevisto, come del resto sapevo sarebbe accaduto…